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I costruttori: «Arriva la scossa, riparte tutto il settore»

La rappresentanza delle ditte edili del territorio promuove la riforma regionale. Riccesi (Ance Trieste): «Positiva la garanzia del Mediocredito per chi acquista» TRIESTE. L'aspettavano da tempo una legge di riforma delle politiche abitative in Friuli Venezia Giulia. Una norma capace di dare una scossa a un settore, quello dell'edilizia, che più di tutti ha risentito della crisi di questi anni. Una realtà imponente, che conta circa 38 mila addetti e 16mila imprese, rispettivamente il 10% della forza lavoro e il 16% della capacità produttiva di tutto il Fvg. Se si considerano non solo i comparti direttamente coinvolti, ma pure le realtà collegate, come l'immobiliare o gli arredatori ad esempio, la filiera dell'abitare rappresenta un esercito di 140mila operatori. I costruttori non possono dunque che accogliere con favore il provvedimento della giunta Serracchiani. Un testo che rivisita il sistema Ater, introducendo modalità di investimento più snelle per le opere pubbliche, e dà una spinta alle agevolazioni per l'acquisto della prima casa. Due mosse destinate a fare da volano, stando agli auspici, e invertire il trend degli ultimi anni: si stima che una spesa iniziale di 1 miliardo di euro nel settore delle costruzioni determini, all'interno del sistema economico, una ricaduta di 3,374 miliardi. Il provvedimento è la legge regionale n.1/2016 "Riforma organica delle politiche abitative e riordino delle Ater", testo che necessità ancora di alcuni regolamenti operativi tra cui le garanzie del Mediocredito per l'acquisto della prima casa, ad esempio. Un passaggio giudicato positivamente, così come le norme nazionali che permettono di abbattere il 50% dell'Iva sull'acquisto di alloggi energeticamente efficienti. Donato Riccesi, presidente di Ance Trieste, sposta l'accento innanzitutto sulle modalità di agevolazione per chi compra. «C'è la garanzia del Mediocredito portata dal 20 al 50% per la prima casa - rileva - ed è un fatto positivo perché dieci anni fa le banche finanziavano al 100 % limitandosi come garanzia all'ipoteca sul'immobile. Ora le banche sono più prudenti e tutto varia in base al contratto di lavoro e al sostegno dei familiari. Dal momento in cui il Mediocredito si farà carico di garantire il 50% mancante - spiega - si raggiunge un mutuo che copre la quasi totalità del valore del bene. È quindi un intervento buono». Grandi aspettative pure sul versante Ater, con il nuovo strumento "chiavi in mano": «L'ente, anziché fare la gara d'appalto per un lavoro di recupero o una nuova costruzione, ha la possibilità di comprare i beni sul mercato sottoscrivendo il contratto direttamente con le imprese per opere da realizzare o in corso di realizzazione o già realizzate. È un percorso più veloce - fa notare Riccesi - visto che i tempi di aggiudicazione e cantiere sono molto più lunghi. Così si evitano anche i ritardi nei contenziosi e l'aumento dei costi». La norma rilancia pure il tema del riuso, cioè gli incentivi ad Ater e privati per il recupero dell'esistente in tessuti urbani non abitati. «In questo modo - riflette Paolo Vrabec, presidente dell'Ordine degli architetti di Trieste - si fa leva sulle politiche di rigenerazione e riutilizzo del patrimonio che già c'è. La legge va nella giusta direzione, auspico che tutti gli attori convergano per il miglioramento dell'offerta abitativa". Un provvedimento che punta a raddrizzare l'economica del settore, riassume il presidente dell'Ance Venezia Giulia Maurizio Puntin. «È il primo testo unico sulle politiche abitative in regione - rimarca - come costruttori siamo soddisfatti, perché pensiamo che così si possa sostenere un comporto in seria difficoltà dal 2008. Io - ricorda - sono anche presidente della Cassa edile e ho potuto constatare che a febbraio in provincia di Gorizia non si toccavano i 1.000 lavoratori le 200 imprese. La legge indubbiamente ci aiuta. La norma nasce anche da vari confronti con tutto l'universo degli stati generali delle costruzioni, compresi gli immobiliaristi. Anche questo è un aspetto positivo». Riferimento: tratto da ilpiccolo.geolocal.it

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