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il tramonto del monolocale: richieste in calo dopo il lockdown7
26 Aprile 2021
Un trend negativo peggiorato a causa delle chiusure e delle restrizioni per il Covid. Le soluzioni più piccole restano sul mercato perché scontano anche la frenata degli affitti, non solo brevi
Il monolocale? Sembra diventato il brutto anatroccolo del mercato immobiliare italiano. Non lo vuole più nessuno, o quasi. Di certo l’ultimo anno abbondante di pandemia ha cambiato i desiderata degli italiani in termini dell’abitare, perché lo stare chiusi, le limitazioni alle visite e agli spostamenti e tutti i divieti che conosciamo hanno fatto apprezzare le soluzioni abitative con grandi spazi, gli ambienti esterni, i giardini, i condomini con i servizi condivisi.
Le famiglie ora sono in cerca di case più grandi o stanno pensando a come ristrutturare le proprie per ricavare almeno una stanza in più. Quella stanza che avrebbe fatto comodo in lockdown e che è destinata a essere utilizzata in un mondo che va veloce verso lo smart working e il telelavoro, almeno per parte della settimana. Oppure, per chi proviene dal Sud, si è messo in moto un nuovo fenomeno, già denominato “South working”, che di fatto riporta nel Meridione le persone, vicino alle famiglie di origine, al buon vivere, a un minor costo della vita e in molti casi ad abitazioni di proprietà già dotate di buone dimensioni, perché al Sud, si sa, le dimore sono più grandi.
A cantare il requiem ai monolocali sono gli stessi protagonisti del mercato. «Dal punto di vista della domanda immobiliare i cambiamenti sono sostanziali - spiega Roberto Busso, ad di Gabetti Property Solutions -. Il monolocale per me non esiste più come termine, piuttosto adesso userei studio alla francese, visto che ha assunto più funzioni. Per contro nelle case è tornato di moda il vecchio studio, ora da destinarsi allo smart working».
Sono stati i portali la vera cartina di tornasole del mercato, con reazioni chiare e immediate. «Il senso della limitatezza delle proprie abitazioni è stato dirompente già da aprile 2020 e le ricerche si sono subito dirette verso abitazioni più grandi, con spazi verdi o balconi e terrazzi - analizza Silvia Draghi, responsabile marketing di Casa.it -. A settembre abbiamo ripetuto la nostra survey, questa volta su 22mila persone: le tendenze di base ne sono uscite confermate, anche dopo l’estate, con il concetto di spazio al centro, spazi più grandi, spazi verdi e mq da dedicare allo smart working».
Il trend è d’altra parte condivisibile. Anche i ragazzi più giovani e persino i single preferiscono oggi condividere un appartamento grande piuttosto che ritrovarsi rinchiusi in 40 metri quadrati da soli. Gli studenti, d’ altra parte, in questo momento latitano dalle grandi città e anche loro, alla riapertura delle Università, si rivolgeranno al concetto dello sharing e della condivisione, perché forse mai come durante il Covid la solitudine ha fatto tanto paura. Il blocco del turismo si è poi abbattuto sui monolocali e sui piccoli appartamenti da affittare per le vacanze come una mannaia e gli sfitti di questa tipologia sono alti.